08/02/15
Studio italiano conferma potere antiage della proteina Creb1. Si produce se si assumono meno calorie. Più salute per la gente e anche per il pianeta.
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L'auto elettrica che si ricarica con l'energia della strada
Città ecosostenibili e intelligenti, si parte dalla Lombardia. Coinvolte oltre cento aziende d'eccellenza e 40 università

La Smart Electric Drive presentata al Motor Show di Bologna (Ipp)
MILANO - Creare entro il 2022 città «ecosostenibili e intelligenti» grazie al dialogo fra veicoli, infrastrutture e tecnologie che riducano sensibilmente le emissioni inquinanti generate dal traffico. Magari anche grazie a strade elettrificate che alimentino auto a emissioni zero.

MOBILITÀ SOSTENIBILE - È in sintesi il progetto che presentato veenrdì al Motor Show di Bologna, e vuole porre l'Italia come protagonista in Europa nel settore dello sviluppo della mobilità sostenibile. Per questo oltre cento aziende dell'eccellenza italiana e 40 università, aderenti alla Piattaforma tecnologica italiana sulla mobilità elettrica (nata al ministero dell'Università e della ricerca poco più di in anno fa), puntano a un modello virtuoso facendo squadra e parlando con una sola voce. Del resto trovare un nuovo sistema di trasporti alternativo è un problema sempre più attuale. Il livello dello smog in molte città italiane ha superato i limiti di guardia. Se non si interverrà con decisione sarà sempre peggio. Secondo stime, entro il 2050, circoleranno 273 milioni di automobili in Europa e 2,5 miliardi nel mondo. Circa tre volte il parco circolante di oggi.

INIZIATIVE - La soluzione italiana potrebbe essere proprio il progetto integrato «Grande Melo» che partirà, in via sperimentale, dalla Lombardia e coinvolgerà venti città. L'iniziativa dell'Agenzia di ricerca per la mobilità elettrica per il sistema Italia (Armesi) avrà la direzione generale di Assoknowledge Servizi e comincerà il primo gennaio del 2012. «L'ambizione - spiega Laura Deitinger, presidente di Assoknowledge - è quella di sperimentare e attuare un modello di Paese esportabile che valorizzi l'eccellenza e le capacità che l'Italia può esprimere in questo campo se solo riusciamo a porci nei confronti del mondo in modo integrato e coeso condividendo strategie ed obiettivi». I tempi di attuazione sono stati già stabiliti. La fase di sperimentazione per definire gli standard e i prototipi da realizzare finirà nel 2016 mentre quella della costruzione delle infrastrutture terminerà nel 2021. Le aree tematiche previste si svilupperanno in cinque aree: veicoli elettrici, infrastrutture, energia con sviluppo di energia aggiuntiva da nuove fonti rinnovabili, infomobilità e la gestione intelligente integrata della rete.

CITTÀ INTELLIGENTE - La «città intelligente» sarà l'insieme di tante tecnologie che faranno «dialogare» le auto con le infrastrutture per abbattere l'inquinamento ambientale e acustico. Ad esempio indicando la strada meno congestionata. Le macchine potrebbero essere a emissioni zero grazie alla propulsione esclusivamente elettrica. Per eliminare il problema della scarsa autonomia delle batterie di questi mezzi si studieranno soluzioni come la ricarica da strade elettrificate direttamente mentre si circola. Un sistema di magneti posto sia sotto l'asfalto sia sulla vettura alimenterebbe il mezzo. Più o meno come avviene con le piste-giocattolo dei bimbi. Poi, si potrebbero avere semafori capaci di snellire il traffico o portali d'ingresso alle città che automatizzino i servizi come il pagamento dei parcheggi.
RISORSE - «L'Agenzia - prosegue il presidente di Assoknoweldge - si è impegnata perché tutti portassero il proprio know how per metterlo a servizio del progetto, facendo sistema, in maniera integrata e con l'obiettivo di lavorare in sinergia per un progetto decennale così innovativo da apparire fantascientifico». Certo un sistema così avanzato e articolato ha bisogno di risorse ingenti. «I finanziamenti - conclude Deitinger - avverranno sia con mezzi degli aderenti sia attraverso il mercato sia con l'utilizzo del project financing. È stato un lavoro impegnativo che ci ha permesso di conoscere le realtà sia di grandi gruppi industriali come di piccole e medie imprese che fino a oggi hanno fatto ricerca e innovazione in modo individuale. Siamo orgogliosi di poter dire che il progetto è stato colto come un'opportunità anche dalla Regione Lombardia, con l'impegno di accompagnarlo nell'attuazione anche dal punto di vista amministrativo».

Alessio Ribaudo




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